Clerks

Leonardo, New Jersey: commesso al Quick Stop Grocery, Dante Hicks è costretto a lavorare nel suo giorno di riposo. Gli tiene compagnia Randall, il suo migliore amico e commesso nel videostore adiacente: la giornata trascorre tra attacchi di clienti bizzarri e inferociti. Chiacchiere esistenziali, shock provocati da fidanzate attuali ed ex. E ci scappa anche il morto.

Pochissimi soldi (27 mila dollari) e molte idee per l’esordio alla regia di un indipendente che ama il cinema totale. Senza vezzi d’autore (nemmeno underground), ma con un notevole senso dell’ironia, il ventitreenne Smith scrive, dirige, monta e produce una frizzante commedia antihollywoodiana, una sorta di “caro diario” della generazione X (Hicks è infatti il cognome del protagonista) e della marginalità in bianco e nero, basato su pochi elementi essenziali e inondato di dialoghi a raffica, come capita sempre più spesso ai giovani registi d’oltreoceano (ma Smith tiene per sé la parte di Silent Bob, ambiguo personaggio che staziona davanti all’emporio senza dire una parola). Irresistibile la scena sugli exploit sessuali di Veronica, la fidanzata di Dante. Prima apparizione di Jay (Mewes) e Silent Bob (Smith), che torneranno in altri film del regista come comprimari e saranno poi protagonisti di Jay e Silent Bob… fermate Hollywood! La colonna sonora comprende brani dei Soul Asylum, Alice in Chains, Seaweed, The Jesus Lizard e Bad Religion. Premio per la miglior regia al Sundance Film Festival e premio della Settimana della Critica a Cannes. Con un seguito.

(Il Mereghetti, cit.)