The Truman Show
MARTEDÌ 15 MAGGIO, 20:30
Peter Weir, Usa 1998, v.o. inglese, st. it, 102’
con Jim Carrey, Ed Harris, Laura Linney, Noah Emmerich, Natascha McElhone, Philip Baker Hall, Holland Taylor, Brian Delate, Paul Giamatti, Harry Shearer…
Da trent’anni Truman Burbank vive senza potersene allontanare a Seahaven, una cittadina popolata solo da attori, sorvegliato da centinaia di telecamere, star – a sua insaputa – di una soap-opera trasmessa 24 ore su 24 in tutto il mondo. Ha una moglie e una vita in rosa, ma comincia a sospettare che qualcosa non quadri: è l’inizio di una ribellione e di una presa di coscienza, o tutto è previsto dal cinico calcolo del regista Christof per alzare l’audience?
Non un film innovativo sul piano stilistico, ma una metafora all’altezza dei nostri tempi di simulazione e di proliferazione delle immagini. Un incubo dai colori caramella ingegnosamente sceneggiato da Andrew Niccol (anche se non dichiara i suoi debiti con Tempo fuori luogo di Philip K. Dick), e che Weir ci costringe a guardare come se fossimo davanti al piccolo schermo: non tanto per attaccare la tv, ma per farci identificare con la vittima e i carnefici, entrambi pateticamente convinti di vivere in un mondo reale. Bello e angosciante, intelligente nel mettere a freno Carrey, grande e meritato successo ovunque (ma scandalosamente dimenticato dagli Oscar): felice incontro tra cinema d’autore e ampia comunicatività, in cui all’inizio non credeva neanche la Paramount (che voleva lanciarlo come un nuovo Forrest Gump). Nello studio si intravede Philip Glass, che ha composto una parte della musica.
(Il Mereghetti, cit.)